La scelta del metodo di gestione per il proprio acquario di barriera è cruciale e ne condiziona tutta la tecnica: dalle dimensioni della vasca al dimensionamento dello skimmer.
Anche questa volta ho deciso di affidarmi al DSB, un metodo di gestione che mi piace parecchio.
Cruciale, però, è a mio avviso la scelta del materiale da utilizzare per il nostro fondo sabbioso.
Ad oggi spesso si opta per l'acquisto ed utilizzo di bicarbonato di cava a determinate granulometrie. Questa scelta reca indubbi vantaggi economici, in particolare se si vuole allestire una vasca di cospicue dimensioni, ma cela avversità non di poco conto. Infatti, proprio per le caratteristiche fisiche dei granuli, tende ad "impaccare" con maggiore frequenza e facilità e, sempre a mio avviso, è anche più lento in maturazione per la colonizzazione della macro e microfauna.
Differente è l'uso di aragonite oolitica, scelta che io ho sempre adottato. In questo caso parliamo del materiale costituente gli stessi fondi sabbiosi delle barriere coralline, ovvero il miglior substrato possibile in assoluto.
Se, da un lato, non ho mai letto di fondi in aragonite compattatisi, dall'altro l'allestimento richiede un maggiore investimento economico.
È comunque vero, ad onor di cronaca, che una volta acquistata la sabbia può essere riutilizzata più volte, avendo cura di lavarla bene e di far maturare bene il fondo.
Per tutti i vantaggi del DSB vi rimando ad altre letture che invadono il web.
Anche questa volta ho deciso di affidarmi al DSB, un metodo di gestione che mi piace parecchio.
Cruciale, però, è a mio avviso la scelta del materiale da utilizzare per il nostro fondo sabbioso.
Ad oggi spesso si opta per l'acquisto ed utilizzo di bicarbonato di cava a determinate granulometrie. Questa scelta reca indubbi vantaggi economici, in particolare se si vuole allestire una vasca di cospicue dimensioni, ma cela avversità non di poco conto. Infatti, proprio per le caratteristiche fisiche dei granuli, tende ad "impaccare" con maggiore frequenza e facilità e, sempre a mio avviso, è anche più lento in maturazione per la colonizzazione della macro e microfauna.
Differente è l'uso di aragonite oolitica, scelta che io ho sempre adottato. In questo caso parliamo del materiale costituente gli stessi fondi sabbiosi delle barriere coralline, ovvero il miglior substrato possibile in assoluto.
Se, da un lato, non ho mai letto di fondi in aragonite compattatisi, dall'altro l'allestimento richiede un maggiore investimento economico.
È comunque vero, ad onor di cronaca, che una volta acquistata la sabbia può essere riutilizzata più volte, avendo cura di lavarla bene e di far maturare bene il fondo.
Per tutti i vantaggi del DSB vi rimando ad altre letture che invadono il web.
Invece vorrei soffermarmi su una questione più discussa: quando allestiamo un DSB le rocce vanno o meno poggiate direttamente sulla sabbia?
A prescindere dal fatto che con le giuste attenzioni una vasca con DSB può essere riempita anche dopo aver allestito a secco il layout, le rocce si possono in linea teorica poggiare sulla sabbia solo se si porta la dovuta attenzione ad occupare la minore superficie possibile dello strato sabbioso.
Solitamente, prima di comporre il layout ci si deve interrogare su cosa si vuole fare: vogliamo fare una rocciata leggera (dunque contenuta nelle misure e nel numero di rocce) oppure pesante?
Una rocciata leggera, oltre ad essere più gradevole e garantire migliore circolazione di acqua e nutrienti/cataboliti, richiede minori accorgimenti tecnici. Spesso, infatti, le rocce basali possono essere direttanente poggiate sulla sabbia avendo comunque la certezza di una stabilità del layout.
Di contro, una rocciata pesante occupa più superficie e limita gli scambi e il movimento dell'acqua, aumentando il rischio di ristagni e anossia, ma consente di disporre di maggior spazio per i coralli da allevare. In questo caso, di solito si ricorre all'uso di strutture ad hoc di sostegno, quali i pilastri in pvc forati ricavati da tubi del 40 o del 50. Il rischio che si corre utilizzando queste strutture è estetico e funzionale: da una parte, la sabbia spostata dalla corrente potrebbe esporre alla vista le antiestetiche strutture; dall'altra, si ritiene che la loro presenza interrompa la continuità del DSB limitando la migrazione della macrofauna, essenziale per mantenere soffice e poco compatto il substrato.
Ritengo che nell'operare la scelta del migliore compromesso sia necessario tener conto soprattutto del materiale scelto.
Nel mio caso, l'utilizzo di aragonite oolitica, anche se con una rocciata essenziale, mi porta a scegliere l'uso dei pilastri in pvc. Ciò perché la maggiore fluidità del substrato, dovuta alla forma microscopica dei propri granuli, comporta un'alta possibilità di spostamento e migrazione della sabbia anche da sotto le rocce (lungi da me voler vedere la rocciata in bilico!). Infine, perché la maggiore facilità dell'aragonite oolitica nell'essere colonizzata dalla macrofauna porta a scongiurare possibili impaccamenti anche in presenza dei pilastri.
Il mio consiglio, dunque, è quello di operare la scelta più logica e sicura secondo le esperienze ed i progetti e non solo in base ad un discorso economico.
Buon DSB a tutti!!!
A prescindere dal fatto che con le giuste attenzioni una vasca con DSB può essere riempita anche dopo aver allestito a secco il layout, le rocce si possono in linea teorica poggiare sulla sabbia solo se si porta la dovuta attenzione ad occupare la minore superficie possibile dello strato sabbioso.
Solitamente, prima di comporre il layout ci si deve interrogare su cosa si vuole fare: vogliamo fare una rocciata leggera (dunque contenuta nelle misure e nel numero di rocce) oppure pesante?
Una rocciata leggera, oltre ad essere più gradevole e garantire migliore circolazione di acqua e nutrienti/cataboliti, richiede minori accorgimenti tecnici. Spesso, infatti, le rocce basali possono essere direttanente poggiate sulla sabbia avendo comunque la certezza di una stabilità del layout.
Di contro, una rocciata pesante occupa più superficie e limita gli scambi e il movimento dell'acqua, aumentando il rischio di ristagni e anossia, ma consente di disporre di maggior spazio per i coralli da allevare. In questo caso, di solito si ricorre all'uso di strutture ad hoc di sostegno, quali i pilastri in pvc forati ricavati da tubi del 40 o del 50. Il rischio che si corre utilizzando queste strutture è estetico e funzionale: da una parte, la sabbia spostata dalla corrente potrebbe esporre alla vista le antiestetiche strutture; dall'altra, si ritiene che la loro presenza interrompa la continuità del DSB limitando la migrazione della macrofauna, essenziale per mantenere soffice e poco compatto il substrato.
Ritengo che nell'operare la scelta del migliore compromesso sia necessario tener conto soprattutto del materiale scelto.
Nel mio caso, l'utilizzo di aragonite oolitica, anche se con una rocciata essenziale, mi porta a scegliere l'uso dei pilastri in pvc. Ciò perché la maggiore fluidità del substrato, dovuta alla forma microscopica dei propri granuli, comporta un'alta possibilità di spostamento e migrazione della sabbia anche da sotto le rocce (lungi da me voler vedere la rocciata in bilico!). Infine, perché la maggiore facilità dell'aragonite oolitica nell'essere colonizzata dalla macrofauna porta a scongiurare possibili impaccamenti anche in presenza dei pilastri.
Il mio consiglio, dunque, è quello di operare la scelta più logica e sicura secondo le esperienze ed i progetti e non solo in base ad un discorso economico.
Buon DSB a tutti!!!
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