Sono davvero soddisfatto! Questo mondo mi appartiene!
Reputo l'hobby degli acquari il più indicato per me. Dopo tanto tempo ho ritrovato la passione dello studio e della documentazione, abbandonando la strada della pigrizia.
Certo, il titolo del post dimostra come non si possa certo dire che sia semplice curare un acquario di barriera, ma l'incedere incessante di piccole problematiche lo rende tutt'altro che piatto e noioso!
Ad oggi, dopo qualche settimana dal passaggio ad illuminazione con HQI, la vasca migliora ma i nutrienti sono decisamente alti e gli animali ne risentono. Tralascio i motivi ma ci sto lavorando.
Analisi di laboratorio hanno evidenziato una concentrazione di NO3 davvero elevata: 9,8 mg/l!!! In verità sono rimasto un po' sorpreso, dal momento che i test Salifert segnavano 0,2 mg/l... Una differenza colossale che ha sancito il mio divorzio con tutti i test in commercio! Attendo di conoscere il valore dei PO4.
L'unico test affidabile è il proprio occhio.
E in effetti è quello che sto facendo e che, in realtà, ho sempre fatto con i miei acquari di acqua dolce.
Sto cominciando a comprendere la vasca, e questo non è da poco. Inoltre, oramai, sto acquisendo abilità con la tecnica, altra cosa da non sottovalutare.
Vedremo d'ora in poi se ci sono o ci faccio!
Dunque, provengo da un periodo di difficoltà, alcuni impensabili, che ora riporterò.
Al primo posto un Ecsenius bicolor che, dopo 8 mesi di permanenza in vasca, ha deciso di variare la sua dieta e mangiare i coralli. La situazione, purtroppo, è divenuta inaccettabile in quanto nella mia vasca ospito solamente dei frammenti di coralli, i quali hanno evidentemente risentito dei ripetuti attacchi dell'insaziabile pinnuto. Gli attacchi, ovviamente, avvenivano sotto i miei occhi.
I casi di altri appassionati colpiti dallo stesso problema ci sono, ma non sono molti, dunque solitamente si ritiene che questo pesce sia "reef safe", ed è esattamente ciò che anche io ritenevo.
Di sicuro si tratta di un pesce splendido ed intelligente, al punto che pescarlo non è stato semplice e ha richiesto l'intervento del mio amico Michele che con grande maestria lo ha catturato sano e salvo. Ora vive in refugium, dove verrà viziato assieme al tomentosus.
Al secondo posto metterei una Catalaphyllia insaziabile, che dopo aver predato una Dolabella auricularia (animale splendido, utile, ma troppo vulnerabile), ha provato ad arricchire la propria dieta aggiungendo nel menù la Archaster typicus.
Dulcis in fundo (rimanendo in ambito di citazioni culinarie) l'endemica presenza delle Aiptasia, cui aggiungo la scoperta di planarie rosse sul tessuto della Catalaphyllia. Se quest'ultimo fatto non mi preoccupa (queste planarie non sono invasive come le altre che NON vivono sopra il tessuto dei coralli, inoltre si possono eliminare per shock osmotico con facilità), al contrario le Aiptasia mi stressano parecchio. In merito aumenterò il numero di Lysmata e agirò con i prodotti specifici.
Allego una carrellata di fotografie in merito. Buona visione!
Acropora spp. con gli evidenti morsi dell'Ecsenius bicolor, esemlare molto probabilmente proveniente dal Mar Rosso. |
Galaxea rasata dal pesce, ritratto in alto nella foto. |
Primo tentativo. Nassa autocostruita posta di fronte all'ingresso della tana del pesce. Conclusioni: le nasse utilizzatele per i gameberetti... |
Secondo tentativo con trappola autocostruita con custodie di cd/dvd. Ho subito catturato Salarias fasciatus! Ho sbagliato bavosa... |
La Catalaphyllia mentre pasteggia con la Archaster typicus. La stella è la seconda vittima illustre dopo la Dolabella auricularia. |
Come si può notare stavolta sono riuscito a salvare la malcapitata, anche se un braccio è andato... |
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